Nell’universo tra mondi di mondi con Valérian e Laureline

25.01.2023

Quanti viaggi misteriosi, leggendari, inquietanti, avventurosi, tecnologici, fantascientifici, palpitanti ci ha regalato Luc Besson. Il suo immaginario si espande a dismisura e ha sempre un fondo intimo che arriva direttamente dalle esperienze del suo cuore e dei suoi circuiti neuronali. "Valérian e la città dei mille pianeti" è l'ultimo film del regista francese, una produzione europea con ambizioni grandi. Besson ha messo in moto una macchina potente e gigantesca per realizzarlo e la storia stava lì, nel crogiolo della sua immaginazione, da tanto.
"Valérian et Laureline" è una raccolta di fumetti di fantascienza nata nel 1967 dalla penna dello scrittore Pierre Christin e dal tratto del disegnatore Jean-Claude Mézières. Besson è stato un accanito lettore delle avventure dei due giovani guardiani dello spazio. Chissà quanti viaggi ha fatto con loro, quanti mari astrali, mondi, galassie, universi paralleli ha solcato prima di decidere che ne avrebbe fatto un film.
Ora, la produzione come ho detto è potente, un investimento di creatività, competenze, denaro smisurati. Ed è grande l'emozione che ti avvolge subito, dopo pochi istanti, con le prime immagini, vere, di repertorio. Prendono il cuore di chiunque e lo portano nel sogno profondo di essere nello spazio immenso, lontano dalla terra. E piano piano ti spingono avanti in un tempo di là da venire, nel futuro più futuribile che si possa pensare e diventano virtuali, disegnate come il fumetto di Christin e Mézières, immerse in colori e dimensioni da game ipertecnologico pieno di sentimento.
Non sono sicura che tutta questa emozione derivi da quella immensa macchina produttiva che ha reso possibile il film. A me sembra che ogni vibrazione ti arrivi dentro direttamente dagli occhi di Besson, dalle sue palpitazioni, dalla sua emozione di ragazzo divoratore di fumetti e di molte altre cose. Lo considero un pensiero confortante, pieno di umanità, denso di calore.
Con ciò, Valérian e Laureline sono agenti speciali del governo dei territori umani. Sono compagni di squadra, per competenze, disinvoltura, spericolatezza e follia se la giocano alla pari e, anzi, gareggiano gioiosamente mentre volteggiano nell'immensità dell'universo. Flirtano anche, in un evidente stato di ebrezza che li tiene vicini e protetti. La missione che il comando supremo gli affida prevede che raggiungano la città intergalattica Alpha.
Voglio esitare un attimo su Alpha che in verità non è una città, è piuttosto un insieme di mondi artificiali, migliaia, milioni di moduli spaziali che si sono uniti e continuano a farlo in un flusso senza fine. In lei abitano rappresentanti di pianeti da ogni angolo dell'universo. Un agglomerato immenso con diciassette milioni di abitanti che vivono e viaggiano nello spazio armoniosamente. Il motivo per cui Valérian e Laureline vanno ad Alpha è tutto da scoprire, sprofondati nel buio di una sala. Sarebbe un peccato raccontarlo. Preferisco soffermarmi qua e là su poche cose incisive, tanto per stimolare la voglia di andare al cinema.
La sequenza di apertura che parte dal materiale d'archivio e mostra gli incontri tra astronauti nelle stazioni spaziali, via via fino ad un futuro in cui su Alpha si ritrovano creature diversissime tra loro, pronte a convivere. La mitica Space Oddity di David Bowie dà ritmo alle scene e al montaggio progressivo, così intenso da far palpitare cuore e sinapsi. Il continuo passaggio di dimensioni, il reale e il virtuale che si confondono tanto da percepire tutto possibile. Bubble, la donna mutante che si sacrifica per Valérian, per la missione, per l'equilibrio dell'universo e dice parole che scaldano il cuore: ama senza misura, perché l'amore che ha misura vale poco.

Annotazioni: in questo film gli attori sembrano avere un ruolo secondario, pur essendo protagonisti. Non è un pensiero negativo. C'è qualcosa di corale che prevale e una simbiosi tra i corpi reali e i tanti personaggi virtuali. Una stellina luminosa per Rihanna, la Bubble mutevole che scalda il cuore. E un inchino a Rutger Hauer per l'elegante cameo.

Sul film "Valérian e la città dei mille pianeti" di Luc Besson
pubblicato su remweb.it il 28 settembre 2017