Nell’universo tra mondi di mondi con Valérian e Laureline

Quanti viaggi misteriosi, leggendari, inquietanti,
avventurosi, tecnologici, fantascientifici, palpitanti ci ha regalato Luc
Besson. Il suo immaginario si espande a dismisura e ha sempre un fondo intimo
che arriva direttamente dalle esperienze del suo cuore e dei suoi circuiti
neuronali. "Valérian e la città dei mille pianeti" è l'ultimo film del regista
francese, una produzione europea con ambizioni grandi. Besson ha messo in moto
una macchina potente e gigantesca per realizzarlo e la storia stava lì, nel
crogiolo della sua immaginazione, da tanto.
"Valérian et Laureline" è una raccolta di fumetti di
fantascienza nata nel 1967 dalla penna dello scrittore Pierre Christin e dal
tratto del disegnatore Jean-Claude Mézières. Besson è stato un accanito lettore
delle avventure dei due giovani guardiani dello spazio. Chissà quanti viaggi ha
fatto con loro, quanti mari astrali, mondi, galassie, universi paralleli ha
solcato prima di decidere che ne avrebbe fatto un film.
Ora, la produzione come ho detto è potente, un investimento
di creatività, competenze, denaro smisurati. Ed è grande l'emozione che ti
avvolge subito, dopo pochi istanti, con le prime immagini, vere, di repertorio.
Prendono il cuore di chiunque e lo portano nel sogno profondo di essere nello
spazio immenso, lontano dalla terra. E piano piano ti spingono avanti in un
tempo di là da venire, nel futuro più futuribile che si possa pensare e
diventano virtuali, disegnate come il fumetto di Christin e Mézières, immerse
in colori e dimensioni da game ipertecnologico pieno di sentimento.
Non sono sicura che tutta questa emozione derivi da quella
immensa macchina produttiva che ha reso possibile il film. A me sembra che ogni
vibrazione ti arrivi dentro direttamente dagli occhi di Besson, dalle sue
palpitazioni, dalla sua emozione di ragazzo divoratore di fumetti e di molte
altre cose. Lo considero un pensiero confortante, pieno di umanità, denso di
calore.
Con ciò, Valérian e Laureline sono agenti speciali del
governo dei territori umani. Sono compagni di squadra, per competenze,
disinvoltura, spericolatezza e follia se la giocano alla pari e, anzi,
gareggiano gioiosamente mentre volteggiano nell'immensità dell'universo.
Flirtano anche, in un evidente stato di ebrezza che li tiene vicini e protetti.
La missione che il comando supremo gli affida prevede che raggiungano la città
intergalattica Alpha.
Voglio esitare un attimo su Alpha che in verità non è una
città, è piuttosto un insieme di mondi artificiali, migliaia, milioni di moduli
spaziali che si sono uniti e continuano a farlo in un flusso senza fine. In lei
abitano rappresentanti di pianeti da ogni angolo dell'universo. Un agglomerato
immenso con diciassette milioni di abitanti che vivono e viaggiano nello spazio
armoniosamente. Il motivo per cui Valérian e Laureline vanno ad Alpha è
tutto da scoprire, sprofondati nel buio di una sala. Sarebbe un peccato
raccontarlo. Preferisco soffermarmi qua e là su poche cose incisive, tanto per
stimolare la voglia di andare al cinema.
La sequenza di apertura che parte dal materiale d'archivio e
mostra gli incontri tra astronauti nelle stazioni spaziali, via via fino ad un
futuro in cui su Alpha si ritrovano creature diversissime tra loro, pronte a
convivere. La mitica Space Oddity di David Bowie dà ritmo alle scene e al
montaggio progressivo, così intenso da far palpitare cuore e sinapsi. Il
continuo passaggio di dimensioni, il reale e il virtuale che si confondono
tanto da percepire tutto possibile. Bubble, la donna mutante che si sacrifica
per Valérian, per la missione, per l'equilibrio dell'universo e dice parole che
scaldano il cuore: ama senza misura, perché l'amore che ha misura vale poco.
Annotazioni: in questo film gli attori sembrano avere un ruolo secondario, pur essendo protagonisti. Non è un pensiero negativo. C'è qualcosa di corale che prevale e una simbiosi tra i corpi reali e i tanti personaggi virtuali. Una stellina luminosa per Rihanna, la Bubble mutevole che scalda il cuore. E un inchino a Rutger Hauer per l'elegante cameo.
Sul film "Valérian e la città dei mille pianeti" di Luc
Besson
pubblicato su remweb.it il 28 settembre 2017