L'anima e il volto

14.02.2023

Lei è dolce, il fuoco lo ha dentro ma non lo mostra; è un fuoco che arde lentamente e scalda, ma solo a starci vicino. E lei, l'altra, brucia fuori, con fiamme alte; e ha spigoli taglienti con i quali si fa strada nel mondo e dentro gli occhi di chi la guarda. Sono due anime e un volto. Quello di Bette Davis. Nel 1946 esce per la Warner Bros., prodotto dalla stessa Davis, con la regia di Curtis Bernhardt, "L'anima e il volto". Kate e Patricia sono due gemelle perfettamente uguali, due anime opposte dentro due visi dolci, lievi, caldi, perversi, ansiosi, profondi da cascarci dentro. Incontrano lo stesso uomo, Glenn Ford, una se ne innamora, l'altra lo vuole e lo prende. Kate e Patricia hanno sopra il mondo sguardi diversissimi che escono dallo stesso corpo. I loro passi viaggiano su piani e declivi, prendono direzioni uguali e contrarie. Bette Davis è una magnifica Bette Davis in un film non gigantesco, eppure magnifico nel bianco e nero cupo e profondo, nel vento che sposta i personaggi, nella baia che protegge e fa tremare le anime e i volti di Kate e Patricia. Un film che si muove sulla doppiezza, sulla recitazione stregata della Davis, divisa in due, perfetta, angolosa e tonda, uguale e contraria, fiammeggiante e intima. Sono tantissime le scene in cui l'attrice recita con sé stessa, per via di una serie di effetti artigianali e speciali come raramente si è visto in quegli anni. Un film che illumina angoli bui, fari nella nebbia, sirene di navi lontane, cuori che sfiorano, battono, schiantano, ritrovano. Un film che ho guardato mille volte pensando che Kate e Patricia hanno lo stesso volto e, in fondo, sono la stessa donna.