“Billy”, il paesaggio di Emilia Mazzacurati

Su tutto vince il paesaggio. C'è un paese, Imelia, steso
nella calma piatta di una provincia a nord est; c'è un fiume che scorre accanto
ed è tangente ad ogni cosa: le case, i campi, le strade.
Vince il paesaggio in "Billy", film esordio di Emilia
Mazzacurati dal 1° giugno al cinema, perché è il luogo dove le vite e le storie
si frammentano e si ricompongono, dove gli occhi possono stendersi e la luna
può avvampare, grande e vistosa, all'orizzonte. È un paesaggio che cadenza il
tempo, i movimenti, le pause dei personaggi.
Il luogo è uno qualunque, il mondo intero, visto dagli occhi
di una giovane regista al primo lungometraggio cresciuta a pane, paesaggi di
pianura e storie stese sopra. Il film fa certamente tesoro di un vissuto
personale, della rappresentazione del mondo che il papà di Emilia, Carlo
Mazzacurati ha sparso nel cinema italiano, come un contadino le sementi sopra i
campi arati, a piene mani, a pugni aperti e decisi.
Billy è un ragazzo di diciannove anni, nato e cresciuto lì,
su quella piana spalmata all'incavo est del nord Italia. Il padre se n'è andato
quando lui era piccolo, la madre vive in un continuo orizzonte sfalsato, al
confine strettissimo tra realtà e follia, presenza e dissolvenza. La costante
nella vita di Billy è l'incostanza, il paradosso di non aver ancora preso una
forma e doverla dare a lei, come un genitore non ancora cresciuto eppure
oberato. Ma lui, calmo apparente e solitario, ha per altri versi lo stesso
orizzonte fuori posto della madre, un disagio silenzioso che cerca di trovare
pace ascoltando gli altri. Intorno e dentro di loro, si dipana una teoria di occasioni
mancate, sogni acquattati sempre un po' più in là, persone difficili da
raggiungere (il padre svanito, una ragazza desiderata, il pompiere buono, una
piccola folla di bambini di cui Billy sembra il padre, un cantante in caduta
libera).
Emilia Mazzacurati prova a comporre un quadro ad un tempo
immaginato e vissuto. Mette in scena una narrazione corale cercando di non
fissare punti, di spostare costantemente le coordinate dei personaggi
all'interno del paesaggio. Lo stesso paesaggio che poi vince su tutto.
Ma le vite di Billy, di sua madre Regina, del pompiere
Massimo, degli amici farmacisti, di Zippo ex rock star di passaggio e in fuga,
tutte queste e le altre potrebbero stare in un punto qualsiasi della mappa e
rimanere intatte.
La storia, il filo che cuce la tela, è un'idea di crescita,
di formazione alla vita, con la consapevolezza che stare al mondo tocca a tutti
ed è doloroso ma, allo stesso tempo, la fatica tira con sé una qualche gioia,
una bellezza inequivocabile anche in mezzo al caos.
Forse per questo Billy è felicemente triste, Regina
felicemente assente e convinta che sia "meglio vivere al di sopra delle proprie
possibilità che non vivere affatto", e Zippo, l'unico personaggio estraneo alla
pianura al fiume alle casette di provincia, è in fuga dal successo e da
qualunque forma di vita compiuta.
Riconosco nel film di Emilia Mazzacurati la gioia del primo
racconto, della rappresentazione di un mondo interiore tenuto lì e desideroso
di uscire. Riconosco l'accuratezza nel mettere insieme personaggi, luoghi,
emozioni e soprattutto l'orizzonte che li contiene. Un orizzonte ampio,
umbratile, spugnoso com'è quello a nord est, reso ancor di più dalla musica di Alessandro
"Asso" Stefana.
Riconosco però anche l'anelito all'eccesso, ad una pienezza
gonfia che vuole uscire tutta insieme e fatica a trovare giusta forma e ritmo.
C'è un cast ricco, ma prima c'è Billy, il giovane attore Matteo
Oscar Giuggioli. E ci sono Carla Signoris (Regina), Giuseppe Battiston (il
pompiere), Sandra Ceccarelli e Roberto Citran (i farmacisti), Alessandro
Gassman (Zippo). Il film è stato presentato come evento di chiusura al Bellaria
Film Festival 2023.
Billy guarda il cielo da un buco tondo fatto sopra il
soffitto di una vecchia roulotte, parcheggiata sul verde a perdita d'occhio.
Guarda il tondo del cielo e un aereo passa di traverso, obliquo come il suo
sguardo, come la vita fino a quel momento. Dire se sarà sempre così è
impossibile. Sperare che dal buco spunti tutto il cielo è necessario.
Sul film "Billy" di Emilia Mazzacurati
pubblicato su remweb.it il 30 maggio 2023